Lettera sui ciechi per l’utilità dei vedenti

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È difficile sopravvalutare l’importanza di Denis Diderot, un filosofo decisamente accattivante per la modernità del suo pensiero avverso ai sistemi, sotto diversi aspetti e in diversi campi precorritore, autenticamente critico. Colpisce la varietà di ambiti nei quali questo autore si è cimentato, l’acutezza della sua analisi, l’originalità delle sue soluzioni, spesso poco evidenti, perch&eacute nascoste dall’esplorazione profonda dei problemi. L’intento metodologico fondamentale di Diderot, sempre ribadito, è quello di “partire dai fatti”, invece che dalle “cause sconosciute” dei fenomeni naturali; il suo costante appello all’esperienza – non solo per interpretarla, ma anche per prevederne gli esiti – sfocia in un atteggiamento sempre vigile e cauto (con punte di scetticismo), ironico, alieno da ogni facile e dogmatico ottimismo. La molteplicità dei fenomeni constatabili con i sensi appare a Diderot difficilmente riconducibile a principi; la teoria dei sensi troppo «imbrogliata e incerta», l’universo percettivo troppo vario nei diversi soggetti percipienti, per poterli ricondurre alla semplicità di un modello meccanicistico.

COD: 978-88-99487-39-3 Categoria:

È difficile sopravvalutare l’importanza di Denis Diderot, un filosofo decisamente accattivante per la modernità del suo pensiero avverso ai sistemi, sotto diversi aspetti e in diversi campi precorritore, autenticamente critico. Colpisce la varietà di ambiti nei quali questo autore si è cimentato, l’acutezza della sua analisi, l’originalità delle sue soluzioni, spesso poco evidenti, perché nascoste dall’esplorazione profonda dei problemi. L’intento metodologico fondamentale di Diderot, sempre ribadito, è quello di “partire dai fatti”, invece che dalle “cause sconosciute” dei fenomeni naturali; il suo costante appello all’esperienza – non solo per interpretarla, ma anche per prevederne gli esiti – sfocia in un atteggiamento sempre vigile e cauto (con punte di scetticismo), ironico, alieno da ogni facile e dogmatico ottimismo. La molteplicità dei fenomeni constatabili con i sensi appare a Diderot difficilmente riconducibile a principi; la teoria dei sensi troppo «imbrogliata e incerta», l’universo percettivo troppo vario nei diversi soggetti percipienti, per poterli ricondurre alla semplicità di un modello come quello meccanicistico cartesiano. Malgrado l’abbondanza degli studi dedicati al pensiero diderotiano, in esso permangono zone poco conosciute, e persino sostanzialmente inesplorate. Quella che qui si offre è una nuova traduzione commentata, con testo a fronte, del primo tra gli scritti dedicati alla gnoseologia: la Lettre sur les aveugles à l’usage de ceux qui voient (1749).

Silvia Parigi, Dottore di Ricerca in Filosofia e Storia della Scienza, si occupa di storia delle teorie percettive in età moderna e dei rapporti tra magia naturale e scienza sperimentale. Ha pubblicato La magia naturale nel Rinascimento (1989), Il mondo visibile. George Berkeley e la ‘perspectiva’ (1995), Studi sull’entusiasmo (2001), George Berkeley. Religion and Science in the Age of Enlightenment (2010), Spiriti, effluvi, attrazioni. La fisica ‘curiosa’ dal Rinascimento al Secolo dei Lumi (2011). Bibliographical Editor dei Berkeley’s studies, ha curato la traduzione italiana delle Opere filosofiche di Berkeley.

Tipologia

Cartaceo, PDF

Autore

Silvia Parigi

Data di pubblicazione

Autunno 2016

Editore

NDF

ISBN

978-88-99487-39-3, 978-88-99487-44-7

Pagine

163