Sulle regulae iuris fra I e III secolo: Paolo commenta Plauzio
Cartaceo 35,00€ - Digitale 0,00€
Per le implicazioni cui dà luogo, una nuova lettura dei libri di Paolo ad Plautium potrebbe consentire di gettare uno sguardo ulteriore su quel fenomeno singolare cui è dedicato il titolo De diversis regulis iuris antiqui del Digesto di Giustiniano. Tale rubrica non ha precedenti e si richiama dichiaratamente all’antico diritto, suggerendo l’immagine di una particolare metodologia giuridica che aveva per i tempi in cui veniva creandosi il sapore della novità, ma che tutt’ora, a distanza di qualche secolo, conserva un suo specifico valore, un traguardo nell’evoluzione del pensiero giuridico, che però propone in sé continue possibilità di sviluppo.
Il presente studio considera appunto, attraverso i testi paolini, alcuni ipotizzabili collegamenti di pensiero che si propongono di fronte alle stesse esigenze di formazione giuridica, di tecnica e di sapere. Con accenni all’opera di Labeone e, soprattutto, di Sabino (la cui influenza è riconosciuta dallo stesso Paolo nella famosa definizione di regula iuris, D. 50.17.1), e molto ipotizzando circa la natura e il significato dell’opera di Plauzio, l’indagine getta luce sulle origini del metodo e poi sulla diffusione e sull’applicazione della regula, in particolare nel diritto di età severiana.
In tale quadro è riconosciuto a Paolo un ruolo di primo piano nel suo impiego. Sotto questo aspetto, dunque, un significato sicuro acquista la figura e l’opera di un giurista altrimenti poco conosciuto come Plauzio. Si viene a giustificare inoltre la fama che lo stesso Plauzio ebbe nel suo tempo e oltre, che gli valse il commento, conservato per brani nel Digesto, di altri illustri giuristi, oltre a Paolo, di Giavoleno, di Nerazio, di Pomponio, e, forse, anche di Giuliano.
Tipologia | Cartaceo, PDF |
---|---|
Autore | Anna Maria Giomaro, Maria Luisa Biccari |
Data di pubblicazione | Giugno 2022 |
Editore | PUP |
ISBN | 978-88-5509-405-4, 978-88-5509-406-1 |
Pagine | 602 |