
Relazioni di potere e gestione patrimoniale nella Sicilia medievale
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Nel panorama di dispersione che caratterizza gli archivi isolani, il
monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro presenta la
peculiarità della conservazione di un ricco tabulario custodito nel
diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo. Il suo studio, integrato con
fonti archivistiche e manoscritte, brandelli di memoria rinvenuti in diversi
Archivi della Penisola, ha consentito di delineare la storia dell’abbazia,
definendone la ricchezza patrimoniale e i rapporti con i poteri locali.
Le trasformazioni del cenobio alla continua ricerca dell’accrescimento del
culto divino fanno emergere il caso di Santa Maria del Bosco dal
panorama degli eremitaggi sorti in Sicilia a partire dalla fine del XIII
secolo. Benedettini, poi Olivetani e, infine, Agostiniani popolarono
l’abbazia in sei secoli scanditi da uno stretto rapporto con i poteri laici
dell’area, ma segnati anche da ricorrenti dispute con il vescovo di
Agrigento ostinato nel tentativo di imporre la sua giurisdizione.
Una storia che si districa tra poteri signorili ed ecclesiastici, Corona e Papato e
che con incessanti concessioni signorili e regie e con innumerevoli donazioni di
privati costruisce la grandezza del cenobio, data da un ingente patrimonio
costituitosi con lasciti di privati ma accresciuto grazie all’indiscussa abilità
imprenditoriale e gestionale dei monac
Tipologia | Cartaceo, PDF |
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Autore | Maria Antonietta Russo |
Editore | PUP |
ISBN | 978-88-5509-769-7, 978-88-5509-771-0 |
Pagine | 300 |