Linee Spezzate

Agathì Dimitrouka è una persona dalle molte doti: forte, sensibile, versatile.
La sua autobiografia, stilata allo scoccare dei 50 anni per “riconciliarsi” con se stessa, mette al corrente il lettore di molti “segreti”, alcuni dei quali inconfessabili. Se si prova un moto di orrore in certi punti della narrazione, questo non può che rafforzare l’empatia – ed anzi l’ammirazione – nei confronti della scrivente: siamo irresistibilmente attratti verso di lei, proviamo l’impulso di abbracciarla di proteggerla… Ma comprendiamo subito che non ha bisogno di protezione, che si protegge da sé, ed anzi è costantemente pronta a proteggere e sostenere il suo prossimo, chiunque esso sia!
La narrazione tratteggia “linee spezzate”, procede a zig zag – ma con assoluta sicurezza – tra passato remoto e passato prossimo, tra realtà esterna e realtà interiore, con l’ausilio di flashback e ysteron proteron che talora possono disorientare chi legge.
Questa tecnica conferisce una particolare vivacità al testo, che accende la curiosità e cattura l’interesse del lettore con la naturalezza della narrazione orale, delle confidenze tra amici.
In questo libro, tuttavia, non si trova solo la “vita di Agata”, con le sue incredibili vicissitudini; esso costituisce una preziosa testimonianza del quotidiano – anche in campo culturale – della Grecia della metà del secolo scorso.
Campeggia in questo panorama la figura del poeta Nikos Gatsos (1911-1992), compagno e mentore di Agathì fin dalla metà degli anni ’70. Il libro ci restituisce momenti della sua vita, come anche aspetti inediti della sua personalità, proposti con estrema discrezione, ma anche con una sorprendente naturalezza, che scaturisce da un amore inestinguibile.
Vestale inappuntabile dell’opera e della memoria di Gatsos, Agathì Dimitrouka ha una personalità poliedrica che si riflette ampiamente nella varietà e nella originalità della sua opera: è poetessa, traduttrice, autrice di testi per canzoni e di libri per ragazzi – si tratta di opere importanti che danno un contributo vitale alla cultura del suo paese.
Ma Agathì è soprattutto άνθρωπος nel senso più alto del termine e con le parole di Menandro

Ὡς χαρίεν ἐστ’ ἄνθρωπος ὅταν ἄνθρωπος ᾗ.

Maria Caracausi