La concezione del fotografabile nella prospettiva della sociologia del tempo

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La concezione del fotografabile, ovvero di ciò che si reputa degno di essere fotografato, è profondamente cambiata. Per quasi tutto lo scorso secolo la scelta dei momenti da “immortalare” con una fotografia è stata per tutti noi guidata da valori condivisi e norme sociali implicite che ci hanno aiutato a distinguere il tempo ordinario da quello straordinario, il banale dal rilevante.

A partire degli anni Novanta e, più ancora, con l’ingresso del nuovo millennio, tutto è cambiato. L’overload informativo, la precarizzazione del sistema lavoro e la fluidificazione delle vecchie classi sociali, la presa di coscienza dei rischi globali che rendono la vita individuale e collettiva incerta, il generale processo di accelerazione, sono tutti fattori che hanno influito sul nostro modo di vivere il tempo e, conseguentemente, lo spazio. La pratica sociale della fotografia ne ha risentito molto.

Questo piccolo saggio analizza i cambiamenti che il fare fotografie ha subito, troppo frettolosamente attribuiti ad una tecnologia sempre più economica e alla mano, cercando di sfuggire alla tentazione di facili giudizi di valore e semplificazioni e riallacciandosi alla tradizione sociologica del “comprendere” e “spiegare

Tipologia

PDF

Autore

Anna Fici

Editore

PUP

ISBN

978-88-5509-667-6, 978-88-5509-672-0

Pagine

120